Sarò in Grado?
08 agosto – ore 12.30
Mattinata tranquilla e rilassante (certo tra dormire per terra e camminare non so cosa sia più comodo): ancora bei paesaggi, vallate da superare, nessun eccessivo dislivello in salita. Numerosi colpi di fucile che risuonavano tra le pareti di un tratto molto simile alle Highlands (non chiedetemi perché, ma avete presente quei prati con le pietre disseminate ovunque? Ecco).
Mi sono soffermato un po’ sui particolari: un cavallo davvero possente, baio chiaro, oltre un muretto di pietra tutto coperto dal muschio (il muretto, non il cavallo); un sentiero stretto stretto tra due frutteti quasi a bordo fiume; tanti odori intensi, di vegetazione, eucalipti, finocchio selvatico, putrefazione e essenza di mucca.
I dati sull’affluenza non li capisco: a tratti non c’è nessuno, a tratti sembra l’autostrada del sole (beh, non esageriamo, sono arrivato a camminare con tre persone a vista). Adesso sono a Grado, che non è niente di che ma che mi lascia tristemente all’ultima parte della tappa odierna: fino ad ora rilassante, adesso lamata in salita. Chiacchiere con un bergamasco al suo secondo Primitivo. C’è interazione ma mai troppa: è buffo come in realtà qua sul primitivo sia rarissimo trovare qualcuno per “fede” o “motivi spirituali”. Va a finire che sono io il più mistico della cumpa… Aggiornerò da Cornellana se supererò La Venta.
Ore 17.15.
In realtà sono arrivato a Cornellana già da un’oretta. Me la sono presa comoda e alla fine 25 km sono passati anche oggi. Sto cominciando a ricordare un sacco di cose: per esempio che dopo il Cammino tutto sembra più chiaro, ma in realtà di introspezione non c’è un bel niente. Si spinge, passo dopo passo, curva dopo curva, salita dopo salita. Al massimo si fa gran training di determinazione.
Il tempo oggi è stato strano ma gli devo un favore. Sole, pioggerellina, più spesso coperto, una sola volta davvero minaccioso (quando ero a 3,5 km dall’arrivo qui e mi son rifugiato sotto il colonnato della chiesa di Santa Eulalia, tristemente diroccata. Alla fine però ho parlato con due Valenciani fuori come balconi che arrivavano direttamente da Oviedo e condividevano una canna, ma dell’acquazzone minacciato neanche l’ombra). Il favore che dicevo è che ho scoperto qual è il più grande piacere della vita.
No, non è il sesso.
No, non è il cibo.
È aprire la borraccia e farsi cadere l’acqua fresca in testa quando si cammina sotto il sole. Erano più o meno le 14 ed ero su una pietraia ed è venuto Lawrence d’Arabia in sogno a farmi visita. Saranno stati 10 minuti, ovviamente in salita, poi è finito il tormento: il cielo si è chiuso e s’è messo a piovigginare. Grazie Signore grazie, graaazie (come dicevano a Zelig).
A parte ciò rispetto a ieri più cavalli, frutta più cara, più salita. Ma ora ricordo: non è niente rispetto ai 30 km che mi aspettano domani. Domani dovrei raggiungere Tineo, che nel 2011 con Testa, Conz e Piazza abbiamo raggiunto verso le 21, bloccati da un temporale che ci ha rallentato e demotivato. Domani sono 30 km di salita.
Nasce una quest necessaria: devo alleggerire lo zaino. L’unica è trovare un ufficio postale e rimandare a casa tenda e carne secca (almeno): circa 2,5 kg in meno. O abbandonarli, non importa.
È necessario per il successo della missione.
Ah, che bello qui il cadente Monastero del Salvador (fantasia eh?!) dove dormirò in un letto, e dove ho fatto una bella doccia. Ci sono anche degli italiani nella “sala cucina”, ma penso andrò al ristorante a “far serata” ahah.
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